manifestazione-cacciatori-milano

Gli Eventi di Milano

Manifestazione cacciatori a Milano dopo il blocco della caccia, dovuto ad un ricorso dellla LAC al Tar lombardo e la nuova apertura a calendario ridotto in tutta la regione più di 800 persone si sono riversate in piazza per protestare contro le promesse non mantenute dalla Regione Lombardia e in particolare dall’Assessore Rolfi colpevole di aver pubblicato il calendario venatorio poco prima dell’apertura della caccia lasciando così ampie possibilità di ricorso da parte delle associazioni ambientaliste proprio nel periodo di apertura della caccia.

Giunti a Milano con diversi pullman i cacciatori si sono ritrovati sotto il Pirellone per poi dirigersi verso il palazzo della regione ed infine a palazzo Lombardia per far capire alla giunta che il popolo dei cacciatori e i pescatori unito vale 5 milioni di voti e la politica non dovrebbe dimenticarseli in questo modo. I cacciatori inoltre pagano fior di tasse per l’attività venatoria e chiederanno i danni per i periodi non usufruiti a causa di una cattiva gestione del calendario.

Lo Svolgimento della Manifestazione

Dopo una breve trattativa con le forze dell’ordine a la Digos la manifestazione (autorizzata) ha potuto prendere la via del palazzo della regione per manifestare tutto il loro dissenso verso questa giunta che oltretutto ha lasciato aperta la caccia ai nocivi (gazze, cornacchie, ecc) suscitando ancor di più le ire di chi a caccia ci voleva andare come in (quasi) tutto il resto d’Italia, come Caccia & Ambiente abbiamo espresso ai movimenti intervenuti tutta la nostra solidarietà per aver fatto capire che non è con i contentini che un attività utile oltre che rispettosa delle regole come la caccia non deve essere trattata a questo modo.

Le Ragioni della Protesta

Nonostante l’Assessore Rolfi abbia rassicurato nelle Sue dichiarazioni che stava lavorando alla riapertura dell’attività venatoria, questo non è bastato ai cacciatori che giustamente si chiedono perchè non sia stato possibile lavorarci prima invece che presentare un calendario venatorio all’ultimo minuto consentendo la possibilità di ricorso e conseguente sospensione della caccia.

Del resto è successo in tutte le regioni che hanno approvato il calendario venatorio nei giorni precedenti la preapertura della caccia a dimostrazione che è in corso una vera e propria caccia ai ricorsi da parte delle associazioni ambientaliste che non sono rimaste in disparte ma sono state molto attente a non farsi scappare ogni occasione di presentarli in tutte le regioni che gliene hanno dato l’occasione.